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Aterema, una start up tutta comeliana

Metti la creatività di lei, Sara Pfeifhofer, classe 1987 e origini sappadine, alla tecnologia di lui, Claudio Sacco Proila, di Dosoledo, classe 1982. Ed ecco Aterema eyewear, una start up tutta comeliana nel mondo dell’occhialeria. Una vera a propria sfida.

“Ci pensavamo da due anni – dicono i due che, per inciso, sono marito e moglie ed hanno una bambina di poco più di un anno, Ambra – perché volevamo creare un nostro brand di occhiali, unendo le competenze già in nostro possesso nel campo della modellazione CAD tridimensionale.”

Claudio, infatti, è titolare della Plastoptic, azienda di famiglia creata nel 1987 a Dosoledo dal padre, Valente Sacco Proila (insieme al socio Mario De Martin Fabbro, allora con il nome di MV Plast), e dalla madre Elvia Zandonella Maiucco, specializzata nella produzione delle dime (ovvero le sagome per ritagliare la lente) e delle lenti di presentazione in plastica (quelle, per intenderci, che poi verranno sostituite dalle lenti graduate). Poi dal 2016 ha “importato”, per primo in Comelico la stampante 3D, per fare progettazione tridimensionale, prototipazione rapida e stampa di vari oggetti.

Sara, a sua volta, ha frequentato un corso di progettazione CAD presso Certottica, finalizzato al settore dell’occhialeria, così da apprendere le tecniche per progettare a regola d’arte un occhiale. Come sta andando?

“Qualche difficoltà all’inizio l’abbiamo trovata, perché l’occhiale in poliammide sinterizzato non è ancora molto diffuso, non sono molte in Italia le aziende che lo realizzano. Poi però abbiamo affinato il nostro metodo di lavoro, sia sul progetto, sia sullo sviluppo dell’occhiale da indossare. Per il momento la produzione delle montature finali è affidata a professionisti esterni, ma abbiamo la prospettiva di farlo internamente in futuro.”

Claudio Sacco Proila e Sara Pfeifhofer

Qual è il primo occhiale che avete realizzato? “Un modello unisex dalle linee classiche, con lenti specchiate. Ha una finitura della superficie molto particolare, differente da quelle che si trovano in commercio, frutto di prove su prove e di vari test. Poi abbiamo ottimizzato la cerniera, che stiamo pensando di brevettare, ed abbiamo realizzato il primo modello battezzato con il nome di “Essenziale”. E’ anche il primo occhiale che abbiamo venduto ad una coppia di amici che vive a Chicago, e ad una ragazza di Montevideo. Quindi abbiamo già tre paia oltre oceano. Inoltre abbiamo realizzato alcuni modelli su misura per dei bambini.”

Cosa significa Aterema? “E’ un acronimo che sintetizza la filosofia con cui realizziamo i nostri occhiali: Artigianale, Tecnologico, Esclusivo, Ricercato, per infondere Emozioni di Montagna Autentica. Puntiamo molto, infatti, sulle nostre radici, che sono qui in Comelico, e sulla ecosostenibilità: durante il processo di produzione delle montature la polvere in eccesso viene interamente riciclata, generando quindi zero scarti di lavorazione, a differenza di alcuni dei metodi classici di produzione degli occhiali, sia in plastica che in metallo. Abbiamo dato particolare importanza anche al packaging, gli astucci sono in cuoio riciclato, la confezione in cui vendiamo i nostri modelli attraverso il nostro e-commerce (www.aterema.com) è suggestiva per chi la riceve, provare per credere!”

Altri modelli? “’Intreccio’, chiamato così perché ha un’asta a treccia, da un’idea di Sara per esaltare le potenzialità della stampa 3D, quale appunto la libertà di forme. E poi ‘Hexa’, composto da diversi esagoni, a sbalzo ed a incasso, sia sulla superficie che nella forma della lente. Il nostro brand è incentrato sulla natura, così gli esagoni rievocano l’alveare, le api; e le lenti le abbiamo scelte di colore giallo ambrato, come il miele. Anche attraverso i nostri occhiali, insomma, vogliamo trasmettere la bellezza del vivere in queste zone di montagna, tra le Dolomiti.”

Tutto made in Italy? “Certamente, tutto è prodotto rigorosamente in Italia: oltre a ciò che realizziamo internamente, i nostri fornitori sono esclusivamente italiani (quasi tutti della provincia di Belluno). Ci piace vivere qui, abbiamo deciso di restare qui e qui fare famiglia, per far crescere la nostra attività, dimostrando così che si può essere innovativi, tecnologici ed al passo con i tempi anche lontano dai grandi centri urbani.”

Chi è Claudio Sacco Proila

Claudio Sacco Proila si è laureato in fisica all’Università di Padova, dove ha anche fatto il ricercatore, ma poi ha deciso di tornare a vivere a Dosoledo, dopo 15 anni trascorsi fuori dal Comelico, fra studi e lavoro. Con le sue esperienze ha innovato la Plastoptic, azienda di famiglia. “Oggi siamo rimasti gli unici in Europa – spiega – a fare le dime per le lenti, tant’è che qualche tempo fa ci ha chiamato la Rodenstock dalla Germania per farci un ordine, visto che il loro fornitore storico aveva cessato l’attività. Da quando abbiamo inserito la stampante 3D ci stiamo poi specializzando nella realizzazione di pezzi su misura per aziende che creano prodotti innovativi, nel campo della meccanica, ma anche in quello medico.”

Articolo di Stefano Vietina pubblicato dal Corriere delle Alpi